Storia

L’Associazione Calcio Trento nacque nel 1921 dalla fusione tra l’Unione Ginnastica Trento e la Sport Pedestre, rinominata in seguito Pro Trento.
Nei successivi anni la squadra cominciò a giocare le sue partite casalinghe allo stadio “Briamasco”, inizialmente chiamato “Stadium” ma gli anni furono travagliati e per un po’ l’Associazione Calcio Trento sparì per tornare in attività nel 1929 con la denominazione di Associazione Sportiva Trento e l’adozione del giallo e del blu come colori sociali.

Gli anni ’30 furono contraddistinti dai primi successi e dai primi derby con il Bolzano. Dal ’36 al ’37 vi fu un periodo d’inattività per il Trento che rinacque nuovamente con il nome di Associazione Calcio Trento e partecipò alla serie C, esperienza che durò solamente un anno. Durante il periodo bellico il Trento cambiò nuovamente nome in A.C Trento-Caproni in onore della fabbrica d’aerei locale per poi, dopo la fine della seconda guerra mondiale, riprendere il nome originario.

La stagione 1950-51 coincise con il ritorno in serie C, gioia destinata a durare solo un’annata cui seguirono diversi campionati nell’allora IVa serie. L’avvento di Ito Del Favero alla presidenza del Trento nel 1959, e successivamente quello di Giorgio Grigolli alla vicepresidenza, diedero nuova linfa ai colori gialloblù fino alla conquista della serie C al termine della stagione 1969-’70 grazie all’entusiasmante vittoria conquistata nello spareggio contro il Pordenone allo “Stadio dei Fiori” di Valdagno. Le reti di Scali e Babbo su calcio di rigore firmarono il 2 a 0 finale e consegnarono al sodalizio di via Sanseverino il meritato passaggio di categoria.
Dopo sei stagioni di permanenza in serie C, il Trento retrocedette in D e la dirigenza affidò la panchina a Mario David che, dopo un solo anno, riportò gli aquilotti in serie C grazie anche a giocatori come Piergiorgio Lutterotti, una degli uomini simbolo dei colori gialloblù. Nel ’78-’79 il Trento retrocesse nella neonata serie C2 ma, l’anno successivo, grazie all’arrivo di Bruno Baveni sulla panchina aquilotta, il Trento dei vari Lutterotti, Daldosso, Ioriatti, Andreatta e Telch conquistò la promozione in C1 dopo lo spareggio vinto ai calci di rigore con il Padova.

I primi anni ’80 del Trento furono caratterizzati da dignitosi piazzamenti in C1 ma, nel 1984, arrivò un’inaspettata retrocessione in C2. L’anno successivo, grazie all’arrivo di giocatori come Marchetti, Castioni, e il ritorno in gialloblù di Lutterotti, Domenicali e Baveni in panchina, il Trento fu protagonista di un’esaltante rimonta culminata con la vittoria allo spareggio contro i bresciani dell’Ospitaletto imponendosi ancora una volta ai calci di rigore grazie alle parate di Mair.

Dopo l’ottima annata del 1986-’87, per il Trento iniziò un lungo periodo di declino che vide la società fallire per ben due volte e retrocedere fino alla serie D. Le poche gioie sono legate alle due promozioni in C2 rispettivamente nel 1998 e nel 2001. L’ultimo decennio del Trento è stato caratterizzato da una lunga serie di fallimenti sportivi e societari con diversi cambi di proprietà e denominazione toccando il punto più basso con la gestione Belfanti che può contare una promozione dall’Eccellenza alla serie D ma anche la doppia retrocessione, nel giro di due stagioni dalla serie D alla Promozione e il fallimento societario avvenuto il 12 maggio 2014.

Il 26 giugno 2014, un pool di 33 soci trentini, guidati dall’imprenditore Mauro Giacca, fonda la cooperativa dilettantistica Ac Trento rilevando la società all’asta fallimentare e iniziando una nuova avventura.

A luglio 2020 il titolo sportivo viene trasferito dall’A.C. Trento Società Cooperativa Sportiva Dilettantistica alla controllata A.C. Trento 1921 Srl S.s.d. mediante conferimento in conto capitale. Mauro Giacca viene nominato Amministatore Unico del Club.

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