Trento, 20 Novembre – Si è svolta oggi, presso la prestigiosa Sala di Rappresentanza di Palazzo Geremia, la nuova tappa di City Club, il progetto di Lega Pro dedicato al dialogo tra amministrazioni locali e società sportive per promuovere modelli innovativi di sviluppo territoriale, rigenerazione urbana e coesione sociale attraverso lo sport. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’A.C. Trento 1921, con il supporto di Prokalos e il patrocinio del Comune di Trento, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali e delle principali realtà sportive del territorio.
Al centro dell’incontro, il tema dell’impiantistica sportiva, una questione strategica per la promozione dei territori e l’interesse delle comunità. Come ha ricordato il Presidente della Lega Pro, Matteo Marani: «Con City Club, la Serie C si fa promotrice di un dialogo reciprocamente costruttivo, in grado di superare le impasse e di affrontare con spirito collaborativo i problemi delle infrastrutture sportive. Nel nostro Paese abbiamo stadi datati, che in molti casi risalgono ai primi decenni del Novecento. Dobbiamo incentivare la collaborazione tra pubblico e privato, esattamente come sta accadendo a Trento, un territorio che fa della cooperazione la propria forza, con sensibilità e lungimiranza».
Roberto Pella, Vicepresidente e Delegato allo Sport, Salute, Politiche Giovanili e Aree Interne di ANCI, ha sottolineato l’importanza dei protocolli d’intesa che l’Associazione dei Comuni ha sottoscritto con le leghe calcistiche. «Per ANCI, la collaborazione con la Lega Pro, ma anche con la Lega Nazionale Dilettanti, è prioritaria, perché queste realtà hanno la capacità di incidere fortemente sullo sviluppo dei territori, anche quelli meno noti, e di stimolare la crescita dello sport a livello locale. Siamo impegnati, a Roma come a Bruxelles, nel promuovere nuovi strumenti per semplificare la costruzione di nuovi impianti, la riqualificazione ed efficientamento delle strutture esistenti, e i modelli di concessione».
Molta attenzione è stata dedicata alle progettualità portate avanti dalla città ospitante. «Questo dialogo arriva in un momento cruciale per la città di Trento – ha sottolineato il Sindaco Franco Ianeselli – che, in accordo con la Provincia autonoma e in base alle esigenze manifestate dalle società, sta pianificando il potenziamento delle strutture per l’agonismo e per l’allenamento presenti sul territorio: dunque lo stadio per il calcio, l’anello per il ciclismo, il palazzetto per il volley e il basket, i campi per il softball, il baseball e il cricket. Trento è una città sportiva, investire sullo sport è dunque una necessità che porta vantaggi non solo agli agonisti, ma a tutta la comunità: in termini di socialità, di attrattività, di stile di vita salutare, di entusiasmo e passione sportiva». «Dietro ogni disegno, ogni iniziativa, ogni progetto che si realizza sulle aree cittadine e nelle valli trentine ritenute più consone, c’è un lungo percorso, basato sia sulla solidità dei progetti sportivi professionistici che sulla visione a lungo termine – ha poi aggiunto Mattia Gottardi, Assessore all’Urbanistica e allo Sport della Provincia Autonoma di Trento – Serietà e risultati che portano ad esempi come Calcio Trento, Trentino Volley o Aquila Basket. Come Provincia il nostro intento è quello di cercare di rispondere alle loro esigenze e dare ulteriori possibilità di sviluppo e miglioramento. Quasi tutti i trentini praticano almeno uno sport: investimenti come i quasi 400 milioni investiti in 10 anni nelle strutture sportive di livello comunale o gli oltre 400 milioni per le Olimpiadi 2026 consentono di guardare al futuro con ottimismo per consolidare il primato di provincia più sportiva d’Italia».
Le progettualità in corso a Trento sono state messe a confronto e in dialogo con le best practices provenienti da altre Regioni italiane. Andrea Tomaello, Vicesindaco e Assessore allo Sport di Venezia, ha presentato l’ambizioso progetto del Bosco dello Sport, che verrà completato nel 2027: «Vogliamo consegnare ai nostri concittadini un progetto multidisciplinare di impiantistica sportiva degno della nostra città, che comprenderà un nuovo stadio, un palazzetto dello sport, aree verdi e spazi ricreativi. Senza dimenticare il tema della gestione, in cui vogliamo coinvolgere tutte le associazioni sportive». Un altro caso studio è quello della città di Cesena, rappresentata dal Vicesindaco e Assessore allo Sport Christian Castorri: «La nostra Amministrazione ha sempre considerato prioritario lo sviluppo di un’impiantistica all’avanguardia. Dal 2016, abbiamo avviato un percorso partecipativo e strutturato per innovare l’attuale modello del piccolo impianto in ogni frazione, individuando sei grandi aree sportive da valorizzare come spazi vivi, in cui la pratica sportiva si affianca alla condivisione e alla socialità. Lo stadio ‘Dino Manuzzi’ è punta di diamante di questa strategia, completamente riqualificato e mantenuto ogni anno con investimenti dedicati per garantirne qualità, sicurezza e fruibilità».
A seguito di questo momento di confronto tra amministrazioni pubbliche, spazio alle voci più illustri dello sport trentino. «La riqualificazione di un impianto sportivo – ha ricordato Paola Mora, Presidente del CONI Trento – porta sempre con sé la rigenerazione e il potenziamento di tutte le infrastrutture civili dell’area interessata. Basta pensare che l’impiantistica assorbe soltanto il 15% dei 2 miliardi investiti per le Olimpiadi invernali 2026: prova che i grandi eventi sportivi rappresentano l’occasione per un forte sviluppo dell’intero territorio, dell’ambiente e delle comunità». Grandi eventi come, per esempio, l’attesissimo Super Mondiale di Ciclismo 2031, che avrà luogo proprio in Trentino e che porterà con sé significativi investimenti. Sul tema è intervenuto il campione Gilberto Simoni, vincitore del Giro d’Italia nel 2001 e nel 2003: «Accanto all’impiantistica, è necessario aiutare chi impegna tutte le sue energie alla promozione dello sport tra i giovani. Dobbiamo lottare contro la sedentarietà, perché i nostri ragazzi scoprano la passione di inforcare la bicicletta, calciare un pallone, fare pratica sportiva».
Una particolare attenzione è stata dedicata al nuovo Palasport che verrà realizzato in destra Adige. Un’infrastruttura strategica e necessaria, spiega Bruno Da Re, General Manager di Trentino Volley: «L’attuale palazzetto ha più di quarant’anni, sentiamo esigenza di un nuovo spazio per far crescere e perfomare i nostri atleti in una struttura di qualità, pari alla qualità che esprimono nel loro sport. Per questo siamo lieti della collaborazione avviata con Comune e Provincia per la costruzione della nuova struttura». «Il tema non è tanto ciò che serve alle nostre squadre, quanto piuttosto ciò che serve alla nostra comunità – ha osservato Andrea Nardelli, Amministratore Delegato di Aquila Basket – Lavorare sui luoghi di comunità e di incontro, regalare ai nostro concittadini un’arena moderna in grado di ospitare non solo le partite di basket e pallavolo ma anche eventi, tornei amatoriali, convention, significa dotare la città di una struttura che possa incidere in modo significativo sull’economia locale».
A chiudere il dibattito, le considerazioni del Presidente dell’A.C. Trento 1921, Mauro Giacca, relative al nuovo stadio: «La presentazione del progetto per l’area di San Vincenzo è un segnale significativo: dopo cinque anni di Serie C, durante i quali le esigenze di un club professionistico, ed in particolare del settore giovanile in forte crescita, sono cambiate, è necessario ripensare e individuare delle infrastrutture adeguate e funzionali. Con questo progetto il Trentino dimostra ancora una volta di credere nel mondo dello sport. Disporre di strutture sportive all’avanguardia rappresenta un vantaggio che va oltre il solo campo sportivo: significa migliorare la qualità infrastrutturale del territorio, favorire una progettualità di lungo periodo, attrarre eventi e iniziative. In questo senso, gli spazi pensati per San Vincenzo possono rispondere non solo alle necessità della prima squadra e del nostro vivaio, ma anche a quelle dell’intero movimento calcistico provinciale».
La tappa trentina di City Club si chiude dunque con un messaggio chiaro: lo sport, quando sostenuto da impianti adeguati e da un dialogo costruttivo tra istituzioni e società, diventa un motore di sviluppo, partecipazione e identità per i territori.



