CHRISTIAN CORRADI: “LA MAGLIA AZZURRA? UN SOGNO CHE SI AVVERA”

C’è un momento, nello sport, che resta inciso nella memoria. Lunedì, allo stadio ‘Elías Figueroa Brander’ di Valparaíso, Christian Corradi ha vissuto uno di quei momenti. Difensore classe 2005 della Nazionale Under 20 del tecnico Carmine Nunziata e pilastro della difesa gialloblù di Luca Tabbiani, Corradi ha guidato la retroguardia azzurra nella vittoria per 1-0 contro l’Australia, campione d’Asia, nella partita d’esordio al Mondiale di categoria, in corso in Cile. Un successo che profuma di speranza, sotto il cielo di una città che mercoledì 1° ottobre (ore 17 locali/22 italiane, diretta su Rai Sport) ospiterà la sfida contro Cuba, che ieri ha perso per 3-1 contro l’Argentina.

Nato a Verona il 21 febbraio 2005, Corradi ha iniziato a inseguire il sogno di giocare a calcio a sei anni, nella società del suo paese, il Dorial. Poi Chievo, fino al triste epilogo del club, e successivamente Vicenza, per due anni, prima di approdare al Verona. Un anno di Primavera e un’esperienza in prestito al Catanzaro, fino alla stagione in corso al Trento dove si sta ritagliando uno spazio nella difesa aquilotta. Ogni tappa, un tassello nella costruzione di un giovane che, come lui stesso ammette, ha sempre avuto un modello: Giorgio Chiellini.
 

“Indossare la maglia azzurra è qualcosa di molto speciale – racconta Corradi – perché è un sogno che avevo fin da bambino; realizzarlo mi emoziona e mi rende orgoglioso”. E ieri, a Valparaíso, quel sogno ha preso forma sul campo. Preciso negli interventi, attento nelle letture difensiva, Corradi ha mostrato una maturità rara per un ragazzo di appena 20 anni.

Il ricordo più bello in azzurro? “L’Europeo Under 19 di due stagioni fa, anche se siamo stati eliminati in semifinale contro la Spagna (Italia-Spagna 0-1 dts, 25 luglio 2024), il gruppo era fantastico”. E ora, sotto il sole cileno, il sogno continua: un Mondiale da vivere, un gruppo unito e giovane (19,1 di età media), con tanta voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.

Dietro a Christian ci sono anche Andrea e Roberta, padre e madre, e un fratello maggiore, Nicola, classe 2000. Ma ieri, in quel rettangolo verde, era solo lui che, dopo aver sfiorato la rete del raddoppio con un pregevole colpo di tacco – inedito nel suo repertorio – nel primo tempo, ha negato il possibile gol dell’1-1 a Jovanovic, immolandosi in mischia nella ripresa.

Mercoledì, contro Cuba, gli Azzurrini cercheranno di ipotecare il passaggio agli ottavi. E Corradi, con la calma di chi ha già imparato a farsi carico delle responsabilità nel calcio, sarà pronto a scrivere un’altra pagina mondiale.

Foto e testo Figc

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