L’AD DIEGO CATTONI: “AL TRENTO PER UN PROGETTO VINCENTE E PER SENSO DI RICONOSCENZA VERSO IL TERRITORIO. PORTERÒ LA MIA COMPETENZA AZIENDALE. PER REALIZZARE GLI OBIETTIVI SERVONO ORGANIZZAZIONE, RISORSE E I TIFOSI, CHE DOVRANNO ESSERE IL NOSTRO UOMO IN PIÙ”

Parla con la piena padronanza dell’argomento e non potrebbe essere altrimenti visto lo spessore che lo accompagna in questa nuova avventura. Il primo giorno in gialloblu per il nuovo Ammistratore Delegato gialloblu Diego Cattoni è arrivato.

Nella sala stampa dello stadio “Briamasco”, il nuovo Ad dell’A.C. Trento 1921 si presenta. E lo fa parlando di quello che vorrebbe fosse il Trento del futuro: un Club solido economicamente, organizzato, che abbia un fortissimo legame con il territorio e sappia guardare anche oltre quello che è il core business, ovvero l’attività sportiva.

“Se sono qui – queste le sue parole – è perché il corteggiamento del presidente Mauro Giacca è stato lungo e decisamente coinvolgente. Il Trento ha raggiunto l’ambito professionistico dopo una stagione condotta interamente ai vertici e adesso c’è la volontà di crescere ulteriormente. Lo richiede la categoria e, allora, io cercherò di portare la mia esperienza aziendale, perché una società sportiva professionistica è a tutti gli effetti un’azienda, vissuta anche in ambito sportivo. Ci sono molte analogie con il mio percorso in Aquila Basket, visto che anche lì si trattava di una realtà che arrivava dall’ambito dilettantistico e poi, con maggiori risorse e organizzazione, ha raggiunto i massimi livelli in ambito nazionale e internazionale.
Il nuovo Consiglio d’Amministrazione? Stiamo creando un team molto forte, per cercare di regalare al nostro bel territorio anche un sogno a livello calcistico dopo quelli concretizzatisi in altri sport di squadra. L’obiettivo è consolidare il traguardo raggiunto per poi aggiungere qualcosa, a livello di risorse e organizzazione che ci possa permettere di sognare. Da parte mia metterò determinazione, entusiasmo e tutte le mie competenze in questa nuova e appassionante avventura”.

Infine un pensiero ai tifosi, definiti dal dottor Cattoni come “il dodicesimo, il tredicesimo e il quattordicesimo uomo”.
“Per essere vincenti servirà un mix di fattori composito e complesso, uno dei quali è certamente rappresentato dal tifo. Servirà il contributo di tutti quelli che credono in questo progetto forte e poi toccherà a noi far conoscere e coinvolgere nell’avventura tutti quelli che, invece, non lo conoscono ancora. Li vogliamo tutti allo stadio per far tornare il “Briamasco” uno stadio infuocato: la nostra squadra non dovrà mai giocare in 11, ma in 12, 13 o addirittura 14 e i giocatori dovranno essere spinti da quella forza incredibile che solamente il pubblico sa darti”.

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