A TU PER TU CON… IL CONSIGLIERE D’AMMINISTRAZIONE MARCO LORENZ

Prosegue con la quarta puntana della rubrica “A tu per tu con…” il nostro viaggio all’interno del Club per conoscere a trecentosessanta gradi chi, lontano dai riflettori, opera quotidianamente per il bene della società.

Senza sport non saprebbe proprio stare. Il suo essere Sportivo, con l’iniziale volutamente maiuscola, l’ha portato oggi ad essere uno dei membri del Consiglio d’Amministrazione del club ormai dal 2015 con maggior anzianità operativa, ma l’attività praticata in prima prima persona è un qualcosa che lo accompagna sin da dalla tenera età.
Il primo amore? Manco a dirlo, quel pallone che rotolava sui campi da calcio e calcetto (una volta tutti in terra), poi è arrivata anche la pallavolo. Senza dimenticare la corsa e le le lunghe camminate in montagna che, tutt’oggi, sono parte fondamentale della sua vita e di quella della moglie Claudia.
Basta rivolvere uno sguardo all’ingegner Marco Lorenz per capire che, sì, lo sport gli piace eccome: il fisico è “bestiale”, perché è bello sì assistere dalla tribuna d’onore alle sfide del Trento a fianco dell’amico – presidente Mauro Giacca, ma lo è altrettanto correre, passeggiare sulle nostre splendide montagne a arrampicare assieme alla consorte, anch’essa grande appassionata della pratica sportiva.
“È proprio così – esordisce Marco Lorenz -. In età giovanile mi sono dedicato a giocare a calcio, calcetto e pallavolo con gli amici, a livello amatoriale e scolastico. La passione per la corsa e per la montagna le ho sempre avute e, con il passare degli anni, sono diventate le due attività alle quali, assieme alla mia consorte, ci dedichiamo abitualmente. Ultimamente ci divertiamo anche ad arrampicare, ovviamente in condizioni di grande sicurezza. Nel corso della stagione il nostro programma è scritto: quando il Trento gioca in casa siamo presenti al “Briamasco”, quando è impegnato in trasferta andiamo in montagna, a patto che la gara lontana dalla città non sia particolarmente importante. In quel caso rinviamo la gita in montagna e seguiamo la squadra, assieme agli altri dirigenti. E durante la settimana l’appuntamento con la corsa è fisso, con almeno due – tre uscite. Per non perdere il ritmo e mantenersi in allenamento”.
Laureato in ingegneria, Marco Lorenz ha iniziato il proprio percorso professionale nella sede roveretana della Sandvik, un’importante multinazionale svedese, dove ha ricoperto il ruolo di direttore dello stabilimento, coordinando l’attività degli oltre 160 dipendenti. Poi rientra in quella che è diventata l’azienda di famiglia (“doveva essere un’esperienza breve e, invece, oggi siamo ancora lì) e nel 2002 nasce la “Larentis Lorenz Srl“, il cui business è rappresentato dalle costruzioni metalliche, carpenteria in acciaio, costruzioni in alluminio, serramentistica, facciate, vetrate e rivestimentI.
La Larentis Lorenz Srl da qualche anno ha spostato la propria sede a Spini di Gardolo (ed è in fase d’ampliamento: i lavori partiranno a breve), conta una trentina di dipendenti e opera su tutto il territorio italiano (ha sviluppato cantieri a Roma, Belluno, Genova e Modena) e anche all’estero (Vienna).
Dunque il lavoro, lo sport vissuto in maniera attiva e, da cinque anni, anche la carica di Consigliere d’Amministrazione del club, anche se i colori gialloblù facevano parte della sua vita già da molti anni.
“Come mi sono avvicinato al Trento? – se la ride – Potete immaginarlo senza dover compiere troppo sforzi. L’entusiasmo del nostro Presidente, con il quale ci sentivamo e ci sentiamo tutt’ora molto spesso per motivi di lavoro, è assolutamente contagioso ed è stato lui, cinque anni fa, a coinvolgermi nell’avventura. Lui è un leader, il fulcro attorno al quale ruota tutta la società. Io sono sempre stato tifoso del Trento e ho tantissimi ricordi: che belli i tempi d’oro, quando lo stadio era pieno e la partita della domenica al “Briamasco” era un appuntamento fisso per tanti, me compreso. Nel primo anno d’avventura dell’attuale dirigenza ero un semplice spettatore, poi Mauro mi ha coinvolto e “rapito” ed eccomi qui, felicissimo di far parte di un gruppo di lavoro che, con il passare degli anni, si è trasformato in un gruppo d’amico con i quali si lavora per il bene della società e, aspetto questo non secondario, si ha piacere di passare del tempo assieme”.
I suoi primi cinque anni nella grande famiglia gialloblù sono stati contrassegnati da tante gioie e anche qualche “dolore”.
“Beh sì, come è inevitabile accada quando si parla di sport. Le due grandi soddisfazioni sono certamente rappresentate dalla trionfale stagione 2016 – 2017, nel corso della quale abbiamo conquistato le due Coppe e stravinto il campionato d’Eccellenza, esprimendo anche un ottimo calcio. E io non dimentico anche l’annata successiva perché, nonostante tutte le difficoltà, alla fine siamo riusciti a centrare la salvezza in serie D nel girone lombardo. Ricordo benissimo l’ultima gara, quella decisiva, del campionato a Ponte San Pietro: la vittoria fu una liberazione dopo una stagione complicata. Invece, al contrario, lo scorso campionato è stato un vero e proprio calvario, praticamente dall’inizio alla fine. C’è poco da aggiungere: di questi tempi, un anno fa, parlare del Trento era quasi imbarazzante visto come andavano le cose sul campo. Ah, c’è un altro momento negativo che ho vissuto da vicino, anche se all’epoca non facevo ancora parte del Consiglio d’Amministrazione, pur seguendo il Trento molto da vicino, ovvero la partita interna contro la Rotaliana al primo anno di Promozione. Il pareggio (0 a 0, ndr) ci impedì di salire subito in Eccellenza e, inutile negarlo, fu una delusione”.
Il presente dice che adesso il pallone non può rotolare: tutto è fermo per l’emergenza Covid-19. Peccato, perché la nostra cavalcata verso la serie D pareva inarrestabile.
“In questo momento ci sono tante e tante questioni ben più importanti del calcio e, dunque, è lecito che i pensieri siano altri. Lo stop dell’attività è stato l’unico provvedimento possibile, visto l’evolversi della situazione e mi auguro che si possa riprendere, anche se credo sarà molto difficile nel breve periodo. Dal punto di vista sportivo è un gran peccato non poter festeggiare sul campo le vittorie e un successo finale che era quasi scritto, vista la classifica al momento della sospensione dell’attività, ma adesso non possiamo far altro che attendere le comunicazioni ufficiali e di quello che sarà il destino di questa stagione. Certo, spero proprio che nella prossima annata il Trento giochi in serie D, perché lo ha meritato. E poi…”
E poi?
“Non dobbiamo girarci troppo attorno: l’obiettivo della nostra società deve essere quello di tornare nella categoria che le compete, ovvero la serie C, senza fare troppi giri di parole. Magari non immediatamente, ma nel breve periodo il traguardo da tagliare sappiamo tutti quale dovrà essere. Mi spiego: se l’anno venturo il Trento disputasse un campionato di medio – alta classifica per “preparare” poi il passaggio tra i professionisti non sarebbe da considerarsi assolutamente negativo, ma il traguardo finale deve essere quelo di tornare in quell’ambito che ormai, da troppi anni, manca al nostro club e alla nostra città. Al di là dei risultati c’è però un altro aspetto, fondamentale, da tenere in considerazione”.
Quale?
“Si possono perdere le partite, i risultati possono non essere quelli sperati, ma è fondamentale che il Trento sia un club pulito, serio e assolutamente credibile. Ecco, dal primo giorno ad oggi la nostra Società, e la “esse” maiuscola non è casuale, è pulita, seria e assolutamente credibile e questo è un grande risultato che dovrà proseguire di pari passo con i successi sportivi che, mi auguro, saranno sempre maggiori”.

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